
Ma anziché rivestirsi e trattare i due con sdegno, come farebbe qualunque altra protagonista di sitcom sofisticate, spalanca i begli occhioni azzurri e, dopo un attimo di smarrimento, decide di cambiare radicalmente la sua vita. Naturalmente le dinamiche che si vengono a creare sono esilaranti e niente affatto scontate. Ma alla fine, Schmidt, Winston e Nick, gli altri protagonisti di New Girl, non possono che arrendersi e aprire il loro cuore a una ragazza apparentemente fragile, ma forte, risoluta e, soprattutto, gioiosa. Ma, pur decidendo di cambiare ambiente e fare nuove conoscenze, Jess non ritiene necessario reinventarsi completamente: rimane una ragazza vivace che è sempre se stessa, in qualunque circostanza. Il punto è che Jess non riuscirebbe a essere diversa neanche se ci provasse. Ogni tanto cerca di essere una ragazza disinvolta ed affascinante, come quando cerca di divertirsi ed essere disinibita andando a caccia di relazioni occasionali, senza riuscirci. Ed è proprio questo il bello di Jess: non è in grado di mentire neanche a se stessa. Ed è talmente convinta dei suoi valori che anche quando qualcun altro li infrange, lei si infuria. Mai mentire a Jess, perché potrebbe essere un gravissimo errore.
Nella discussione, si definiva atroce il romanzo di Ketchum proprio perché il punto di partenza epoca reale. E qui mi sono chiesta, non per la avanti volta, cosa si voglia dalla letteratura: cosa deve raccontare, se non il mondo in cui siamo, mentendo su di egli, certo, ma non tralasciando quanto atroce quel mondo possa essere? Non la vedeva. L'elenco delle marche di abiti e di cibi squisiti era, invece, abbastanza più barbaro delle torture inflitte dal protagonista. Ma dal attimo che c'è chi di Ketchum ha scritto meglio di me, pubblico qui l'intervento di Stephen King, contenuto nell'edizione italiana apertura, molto tempo fa, per la benemerita Gargoyle. Non esiste alcun Jack Ketchum: questo è agevolmente lo pseudonimo dietro al quale si nasconde lo scrittore Dallas Mayr. Sicuramente non è avvenimento che mi permetterei di confidare qualora fosse un segreto ben custodito, ma di fatto non lo è: il nome di Dallas Mayr appare in limpido nella pagina dei crediti in tutti i romanzi di Ketchum sette od otto dei quali già pubblicati negli Stati Uniti e, se gli chiedeste un autografo, notereste come lui come incline a scrivere Dallas addirittura se probabilmente, nel caso del libro che avete fra le mani, preferirebbe firmarsi Jack Ketchum. Nel mondo di Ketchum, gli gnomi sono cannibali, i lupi non rimangono mai a insufficiente di fiato, e la principessina buona finisce sempre in un rifugio antiatomico, legata mani e piedi a una trave finché una pazza indemoniata si diverte a liquefarle il clitoride insieme un ferro da stiro ardente. Mi è già capitato brevemente di scrivere qualcosa a idea di Ketchum, e in quell'occasione ho raccontato come sia diventato un autore di culto con i lettori di genere, e una specie di eroe per noi che scriviamo storie di terrore e suspense.
La signora della porta accanto, di Yewande Omotoso, 66th and 2nd editoretraduzione di Natalia Stabilini, pagg Il romanzo di cui vi parlo oggi è stato accennato da Piero Dorfles nella comunicazione Per un pugno di libri. In effetti, dopo averlo compreso, credo che siano del complessivo meritate. Cape Town La fatto è ambientata in Sudafrica, in una zona residenziale di Città del Capo, abitata da ricche e altere famiglie rigorosamente bianche. Marion Agostino, figlia di immigrati ebrei fuggiti dalla Lituania, è un architetto affermato; si è fatta largo in una società in cui le donne raramente potevano emergere grazie alla sua determinazione, ha sposato un abbiente italiano ed è madre di quattro figli, con i quali non è in buoni rapporti. Hortensia è nata alle Barbados; grazie ad una borsa di studio si era trasferita in Inghilterra, seguita dopo qualche annata, dalla famiglia. Divenuta una disegnatore apprezzata, si era sposata insieme Peter, un manager inglese candido.